Di recente mi mi sono imbattuta in un articolo sul sito del Corriere della Sera. Questo articolo sottolinea come in cibi che teoricamente dovrebbero essere privi di alimenti di derivazione animale, in realtà quando si guarda con oculatezza l'etichetta ci si imbatte in vere e proprie sorprese, alcune evidenti, altre meno. Quello che è più stupefacente è la diatriba che ha dato origine. Qui trovo il classico (ovviamente sto facendo una generalizzazione, lungi dal dire che tutti sono esattamente così) scontro tra vegani sfegatati che cercano di convertire l'intero mondo al loro pensiero adducendo "supposte" ragioni scientifiche, che di scientifico hanno ben poco, a chi più pacatamente dice che in fondo ognuno di noi ha diritto alle proprie scelte. Quello che a me viene in mente è che viviamo in una società dalla pancia piena, dove ci preoccupiamo di piccoli problemi per non dover affrontare quelli mastodontici. È molto più facile prendersela con ci mangia questo e quello tacciandolo di non aver rispetto per gli animali, per poi girare la faccia dall'altra parte quando si parla degli effetti su scala mondiale che l'agricoltura scellerata e l'industria senza regola hanno.