Io purtroppo di foto di catture del passato non ne ho, forse perchè allora non si usava farle e il pesce si mostrava allargando le braccia, e chi le aveva più lunghe aveva preso il pesce più grosso :tongue.gif: . Parlo di quando da bambina seguivo mio Padre nelle sue battute di pesca. Mi ricordo le attrezzature spartane di allora e se lui ora fosse qui e potesse vedere ora le varie ipersuper tecnologiche canne da spinning, ledgering, bolognesi e da carp fishing ecc... penso che ci prenderebbe per matti. Ricordi bellissimi che ti restano dentro. La canna di bambù più pesante di me con i suoi innesti di ottone, un macigno, ma che a me sembrava la bacchetta magica della fata turchina, che ha usato anche mio fratello e che con qualche pezzo mancante esiste ancora , i pomeriggi passati con lui a preparare le lenze e montare gli ami, i miei erano una cosa indecente ma mi lasciava fare, poi alla fine rimediava lui. Pomeriggi passati sul Lanza sotto casa che noi del posto abbiamo sempre chiamato e chiamiamo ancora Couetta (piccola coda), altro che cosciali e waders, d'estate ciabattine di plastica e via! Quante volte guadando il torrente si attaccavano alle caviglie le sanguisughe che venivano staccate avvicinando la sigaretta accesa alla bocca a ventosa del parassita che magicamente si staccava. Lui pescava trote allora rigorosamente fario, e io vaironi. La prima volta che ho allamato una trotella (quel giorno non lo dimenticherò mai) ero alle stelle e ci rimasi talmente male quando mio padre me la fece ributtare perchè era fuori misura. Allora il concetto del C&R non c'era anche perchè voleva dire una spesa in meno dal macellaio o dal pescivendolo, ma mi ha sempre imparato a rispettare le regole. Penso che in quel riale gli alberi e i cespugli che ho sfrangiato si ricordino ancora di me, ma lui con una pazienza infinita mi rifaceva la montatura e penso che abbia passato più tempo a starmi dietro che a pescare. Poi le pescate sul LdV quando era ancora balneabile, imparare con i gobbini, fantastica palestra per i bambini. Le incursioni sul Tresa nella zona più selvaggia dove la corrente era veramente travolgente e anche sul Margorabbia in località Cucco che finivano in un'osteria del posto con merenda a base di pane e salame nostrano e la spuma (l'aranciata dei poveri) . Ricordo ancora vividamente le domeniche passate a Campione D'Italia sotto la chiesetta del Barbarossa, io seduta sul muretto con le gambe a penzoloni e per la prima volta con una canna lancio in mano, ero stata promossa sul campo! Il caldo, la tranquillità del posto e i grilli. Li ho preso il mio primo boccalone, quello che adesso noi chiamiamo Bass e la mia prima litigata con un cigno supponente. Momenti indelebili e magici che ricordo con gioia e tanta nostalgia, quelle cose che ti accompagnano per tutta la vita e hanno segnato positivamente la mia infanzia e mi hanno trasmesso l'amore per la natura e il suo rispetto. Adesso quando sto a pesca con mio fratello è inevitabile non pensare a lui e ai suoi insegnamenti, alla passione che ci ha trasmesso, e se il pesce non abbocca non ha importanza, l'importante è sapere che lui è li con noi e sorridendo ci sta guardando. non ho foto di catture da mostrarvi ma solo di me e lui in uno dei nostri posti di allora. Grazie Papy
